venerdì 16 marzo 2012

LEGGENDE E RICORDI MUNICIPALI SU "LA MADONNA DEL CAMPO" - Note storico critiche del concittadino Avv. Vincenzo Roppo (IV parte)

Fu tale il culto per la "Madonna del Campo" che la Chiesa, ricostruita nel 1779, fu a lei dedicata. 
E l'ing. D. Giuseppe Gimma di Bari, quello stesso che ideò il "piano regolatore di Bari" prima di Gioacchino Murat, volle dare la figura di croce greca al nostro Tempio, desumendone il motivo dalle "crocette scure" di stile greco, che tempestano il manto dell'originale quadro della Madonna. Ed in data 1776 fu gittata la prima pietra del nuovo Tempio, essendone appaltatori i capimastri baresi Domenico e Nicola Vito Colella, restati aggiudicatari per la irrisoria somma di 947 ducati!...
La divozione si spinse a tal segno, che spesso al fonte battesimale ed allo Stato Civile usavasi pei nati cegliesi il nome di "Cambio" o "Cambia, derivativi della soggiunta "del Campo" ove la Vergine Cegliese rinvennesi.
La "Leggenda sacra" vuole che sul finire del secolo XVII la Vergine del Campo avesse arrestato la furia della pestilenza in Ceglie,  proprio da quella viuzza denominata ancora "del Campo" ove sino a poco  tempo fa ardeva un lumicino votivo davanti una rozza immagine dipinta a muro! 
Nella tremenda giornata cegliese del 4 aprile 1799, passata come furia distruggitrice delle Puglie, raccontasi sia apparsa alle truppe del Generale francese Broussier, che coi baresi, marciò al sacco e fuoco di Ceglie e Carbonara, e d'intorni per attenuarne la ferocia dell'assalto!...
Ardeva Carbonara e Ceglie per il feroce saccheggio inflitto loro dalle truppe francesi, guidate dal Generale Broussier, alle quali truppe eransi uniti i baresi, già bloccati per ragione politica dagli insorti casalini, sostenitori del trono borbonico e dalla fede religiosa contro i i republicani apportatori nel 1799 delle prime auree di libertà. 
Caduti in quella giornata di eccidio oltre 80 carbonaresi, e circa 40 cegliesi, molti dei superstiti profugati trovarono sicuro ricetto nelle adiacenti oscure grotte della campagna, o si dileguarono fuggenti ed atterriti dallo spettro della patria arsa e distruttta verso la via di Taranto. Ed in quella luttuosa circostanza  apparve liberatrice e Madre di Pietà per i suoi cegliesi la Vergine del Campo, bella e forte in guerra a difesa della pericolante patria e dei suoi Figli, Lei pur Madre di dolcezza, onde frenare la furia distruggitrice del Generale Braussier!... E quando questi con spregio della Religione entrò a cavallo nell'attuale Chiesa Parrocchiale di Ceglie, terribile davanti al nemico e minacciosa Madre per i figli apparve al tracotante Generale francese la figura maestosa della Vergine, dipinta su blocco iutiero di pietra incastrato nel pilastro, a man dirittta oggi guardando l'altrare maggiore della stessa parrocchiale Chiesa cegliese
Allibì a quella vista il tracotante Generale francese. Di subito fatta devota riverenza alla Vergine del Campo, il Generale Broussier scese da cavallo ad ordinare alle sue truppe, briache di saccheggi e rapine, la fine del tremendo eccidio cittadino del 1779, di cui ancor dura nel popolo la dolorosa tragica visione. 
La festa cegliese dunque s'immedesima alla vita storica del Comune, nelle liete e nelle tristi vicende del nostro popolo. 
Il culto - che oggi disimpegnasi con zelo dalla pia Confraternita di S. Michele - nei secoli scorsi mantenne vivo sino alla prima parte del secolo XIX ed oltre. Infatti quando il Consiglio Comunale del 14 maggio 1863 volle denominare il nostro Comune "Ceglie Antica" per distinguerlo da "Ceglie Messapica" non lo permise il popolo, che con successiva deliberazione del 17 Maggio 1863 volle che si chiamasse "Ceglie del Campo" rinunziando così alla gloria dell'antica rinomanza, in commemorazione solo della sua Patrona Madonna del Campo, più cara del loro devotissimo animo, che le stesse inobliate imperiture glorie del suo passato storico ed archeologico." 

                                                                                                                                       Fine IV parte
  
Note storico critiche del concittadino Avv. Vincenzo Roppo  

Nessun commento:

Posta un commento